La prima domenica dopo l’Epifania è consuetudine per la Chiesa cattolica celebrare la festa del Battesimo di Gesù al fiume Giordano. Quest’anno abbiamo dovuto fare tutti un grosso e repentino salto nel tempo per poter comprendere la Parola di Dio ed i suoi insegnamenti. Vero è che vox populi racconta che l’Epifania tutte le feste le porta via ma sabato 6 gennaio eravamo tutti ancora in festa per l’arrivo della Befana con le sue calze e per i Magi con l’oro, l’incenso e la mirra presso la grotta di Gesù Bambino quando, soltanto il giorno dopo, cosa succede?
Succede che è domenica 7 gennaio, il giorno dopo l’Epifania l’abbiamo detto, il Vangelo però ci parla di un Gesù non più piccolo e in fasce ma di un Gesù adulto, un trentenne in carne ed ossa pronto per cominciare la sua missione tra gli uomini e per gli uomini. Eh sì, senza mezzi termini i cristiani cattolici sono subito chiamati all’azione, non a crogiolarsi ma a darsi da fare, Gesù è in testa a dare esempio proprio al Giordano dove suo cugino Giovanni sta battezzando tantissima gente per purificarla e prepararla all’arrivo del Messia. E Gesù arriva e si fa battezzare anche Lui. Ma perché lo fa, Lui che è già di Dio ed è Dio? È un mistero ma lo fa senza dubbio per essere uomo tra gli uomini e soprattutto per arricchire quel gesto di un importante quid. Suo Padre se ne compiace, il Vangelo lo racconta: si aprirono i cieli… si udì una voce… questi è il mio Figlio prediletto. Ma qual è questo quid? È lo Spirito Santo.
La nostra comunità parrocchiale è questo che ha voluto mettere in evidenza durante la celebrazione di domenica scorsa. Poche cose ma importantissime. Il Battesimo ci dona la sua forza sacramentale rendendoci figli di Dio e uomini nuovi e ci ricorda costantemente chi siamo, da dove veniamo e dove dobbiamo andare. I suoi simboli essenziali, l’acqua benedetta, la luce del Cero Pasquale, la Veste bianca e gli Oli Santi ci appartengono per sempre. La cosa più importante è lo Spirito e la sua azione. Bisogna crederci però, essere docili, se no non vale! Basta essere consapevoli di averne ricevuto anche solo una goccia per sentirsi pronti per affrontare il mondo. È questo gesto che oltre 180 fedeli, con don Enrico capofila, hanno compiuto nella Solennità del Battesimo di Gesù: segnarsi con il segno di croce bagnandosi al Fonte Battesimale e poi affiggere una goccia con il proprio nome sulla bacheca… questo per dire io ci sono, nel mio piccolo io ci sono, con le mie fragilità io ci sono, voglio lasciarmi anch’io guidare dallo Spirito ed essere utile alla mia comunità a cui appartengo naturalmente proprio grazie al Battesimo che ho ricevuto. Ma lo Spirito cos’è? dov’è? non si tocca, non si vede!Semplicemente è Amore e se c’è, si vede, si sente e si tocca anche se ne possediamo soltanto una goccia.
Un grazie speciale alle famiglie che sono riuscite ad essere presenti con i loro piccolissimi figli dando una mano per l’animazione della Messa.
Orietta Grimaldi
catechista
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